26/05/11

Divulgare fino allo sfinimento!


Questo è il testo che sto mandando in giro per Internet...
"Tanto per rimanere in tema di disabili ugalmente incazzabili a Milano,
vorrei raccontare una realtà forse nuova per lei… Vorrei parlare del mio mondo, il mondo dei Sordi.
Mi presento: sono Emanuele Arzà, Presidente dell’Ente Nazionale Sordi – Sezione Provinciale della Spezia. L’ENS è un’ associazione storica che si occupa di integrazione sociale, scolastica e lavorativa delle persone sorde nella loro vita. Si occupa quindi di accessibilità e di integrazione. La nostra disabilità è una disabilità che non si vede: ci si accorge del nostro handicap solo al momento di stabilire una comunicazione. Ahimè… Questa è la nostra sfortuna: proprio per il fatto di non essere visibile di primo acchito, presta il fianco a pregiudizi e quindi a comportamenti, talvolta in buona fede, discriminatori.
Quando dico associazione storica, mi riferisco agli ottant’anni di storia in cui i sordi hanno ottenuto attraverso lotte e sacrifici sempre più diritti scontati per persone normodotate: potersi sposare, poter gestire e possedere un patrimonio, poter lavorare, poter studiare…. Sembra strano ma è storia relativamente recente l’abrogazione dell’art. 340 del vecchio Codice Civile nel 1942 in cui si recitava che i sordi erano di ufficio inabili.
Tutta questa premessa per presentare il nostro ambito. La comunità sorda, come tutte le minoranze linguistiche e culturali, ha una propria storia, tradizioni, una propria cultura ed una propria lingua. La nostra lingua è la LIS (Lingua Italiana dei Segni) ed è una lingua visiva: si comunica con le mani, il corpo e le espressioni del viso (è una definizione molto riduttiva ma che rende bene l’idea… per maggiori approfondimenti, basta cercare su Internet) ed ha precise regole ed una sua grammatica come tutte le altre lingue verbali “tradizionali” (italiano, dialetti, spagnolo, inglese, francese per capirci…). Questa anormalità (secondo i normodotati) nella comunicazione, l’uso della vista anziché dell’udito, presta ulteriore fianco ai pregiudizi: ancora oggi si crede (e si è pure convinti fino alla paranoia) che chi segna in LIS non può imparare a parlare, non sa scrivere, ha un lessico limitato, regredisce il sordo al livello delle scimmie. Ebbene, io sono sordo, parlo, scrivo, e sono talmente scemo che mi sforzo anche di dimostrare di essere alla pari con i normodotati che mi circondano quando potrei farne a meno dal momento che non ho bisogno di dimostrare quanto valgo a persone che soffrono di chiusure mentali e si fermano di fronte all’apparenza ed ai pregiudizi (e mi creda, non ne incontro poche…).
Prima parlavo di anormalità della comunicazione: basterebbe aprire un secondo la mente e pensare a come potrebbe comunicare uno che non sente. Se non sente, urlare non serve. Eppure c’è chi non ci pensa… E urla fino a scoppiargli le vene sul collo.
E proprio sulla nostra lingua casca l’asino. Qualche volta mi vergogno di essere Italiano… In Europa, ma anche in diversi paesi del mondo, le Lingue dei Segni nazionali sono state riconosciute mentre in Italia ancora si rimanda.
L’ENS Nazionale, insieme ai Dirigenti ed agli associati di tutta Italia, sta conducendo una battaglia da molti anni perchè venga riconosciuta la LIS, Lingua Italiana dei Segni, come la nostra lingua, quella che rappresenta la nostra cultura, la fotografia della nostra identità.
Si è riusciti, dopo anni di lotte culminate con la ratifica a New York della Convenzione ONU dei diritti dei disabili da parte del Governo Italiano, a fare approvare il disegno di legge in Senato e sembrava che il passaggio alla Camera fosse scontato. Dopo le varie audizioni di rito, si auspicavano tempi di approvazione brevi: il sogno della LIS riconosciuta dallo Stato Italiano finalmente sarebbe diventata realtà.
E invece non è così…
Al sito della Commissione degli Affari Sociali della Camera, dove è stato assegnato questo disegno di legge 286 è possibile monitorare la situazione e rendersi conto come all’audizione del 3 maggio si stia prendendo piede tra i vari parlamentari presenti la possibilità di cambiare LIS in LMG (linguaggio mimico gestuale).
In sostanza per motivi che non voglio sindacare si vuole ritornare indietro di 30 anni quando la LMGI esisteva ma era il prodotto di un’ ignoranza culturale vetusta che non riconosceva alla LIS lo status di lingua pura, al pari di quelle parlate. Si vuole ridurre un patrimonio ed una ricchezza culturale ad un semplice ricettacolo di gesti? Si vuole paragonare persone sorde che comunicano con l’unico mezzo che gli è permesso a mimi?
Se cerchi su Internet, troverai una marea di materiale, non solo in Italiano ma anche in altre lingue dove viene riconosciuto da più parti come la LIS sia una lingua vera e propria, con le sue regole e la grammatica, pura rappresentazione di una minoranza linguistica culturale…
È come se invece di chiamare lingua italiana da domani l’UE decidesse di cambiare il nome e di chiamare la nostra lingua: DIALETTO DELLO STIVALE… Lo accettereste?
Ecco perchè ci mobilitiamo venendo da tutta Italia a Roma il 25, 26 e 27 maggio…. e scusate se è poco!"

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