Al di là delle polemiche sul compenso che lascia lo spazio ed il tempo che trova alla quale rispondo semplicemente riportando un aforisma di Petrarca: "Ognuno tende a parlare non per amor di verità ma come gli aggrada", l'esegesi dell'Inno di Mameli di Benigni è andata al di là delle mie aspettative. Si è superato, forse stimolato dagli eventi di attualità che ormai sono sulla bocca di tutti e che mettono in cattiva luce l'Italia agli occhi del mondo (e non servono i dossier di Wikileaks per esserne consapevoli), forse galvanizzato dall'argomento principe della serata del Festival di Sanremo.

Al di là di tutto questo, sono due i passaggi più importanti che ritengo meritino una riflessione seria da parte di ognuno di noi (non perchè il resto sia da cestinare, anzi...). Entrambi i passaggi sono legati di un unico filo conduttore: la libertà e la consapevolezza di lottare per essa.
I due passaggi sono:
"L'unità è talmente bella che permette pure che qualcuno dice: non la festeggio!"
[Churchill]“era un personaggio meraviglioso, ci ha liberato dal nazismo. Ed era uno che quando la moglie gli comunicò che aveva perso le elezioni, disse: no, abbiamo vinto lo stesso. Perché l’importante per lui era arrivare alle elezioni”
Come giustamente poi Benigni dirà, quanti sono gli uomini che sono morti nel corso degli anni per creare quest'Italia "che era violentata",il cui corpo "era fatto a pezzi", per permetterci di poter vivere da uomini liberi, liberi pure di dissentire, di esprimere opinioni diverse?
Siamo abituati, da veri italiani, a farci del male da soli ma non dimentichiamoci che, come dice ancora Benigni, "Un Paese che non proclama con forza i propri valori è pronto per l'oppressione"...
Alla luce di tutto questo, le polemiche intorno alla data del 17 marzo, ufficialmente dichiarata Festa nazionale sono puerili... E meno male che il giorno prima proprio Roberto aveva consigliato: «Se vai a scuola studi il Risorgimento... ma se non ci vai ti chiedi: perché non sono a scuola? E bisogna rispondere: perché oggi è la festa della tua mamma, dell'Italia, ed è una cosa bellissima»
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