15/08/11

Manovra di retromarcia


Vorrei entrare nel merito di quello che oggi è sulla bocca di tutti: la nuova manovra fnanziaria ed  i costi della politica.
Ce ne sarebbe da scrivere interi tomi ma mi limito a prendere dei punti a caso... Poi ognuno può andare a prendersi il testo del decreto e fare un'analisi personalizzata, anche se consiglio di aspettare la versione finale (ad oggi, Ferragosto, ci sono certi malumori anche dentro la maggioranza, poi - spero- i sindacati, l'opposizione e gli industriali non stanno a guardare e qualche perplessità ce l'hanno anche loro...
Ebbene, devo fare una premessa.
Mi piacerebbe sapere quanto spendo all'anno di tasse (non solo quelle che mi vengono detratte in busta paga, per capirci, ma anche quelle indirette, l'IVA, le accise sulla benzina,ecc ecc) ed allo stesso tempo sapere ogni singolo euro a cosa viene destinato. Per intenderci, non mi farei problemi a pagare il 40% dei miei introiti se sapessi precisamente come sono stati spesi. Questa è quella che dovrebbe essere la vera trasparenza pubblica, espressione della democrazia. Per carità, se cerchiamo su Internet, questi dati li troviamo, con molta pazienza e sangue freddo per non perdersi, ma li troviamo. Se andiamo a vedere il sito della Ragioneria Generale dello Stato, tanto per fare un esempio, possiamo tranquillamente scaricare almeno qualche centinaio di pagine per avere qualche numero sulle entrate e le uscite dello Stato Italiano. Roba che scoraggia anche il più tenace dei curiosi, senza contare che bisognerebbe avere competenze contabili che non tutti hanno. Mi rendo conto della complessità di un bilancio statale, tuttavia la vera trasparenza non dovrebbe essere mettere a disposizione i dati ma anche renderli accessibili a chi abbia comunque competenze minime. Non pretendo una relazione da terza elementare ("abbiamo raccolto tre mele ma ce ne vogliono sei per sfamare tutti e quindi abbiamo chiesto in prestito sei mele così siamo a posto anche per l'anno prossimo. Peccato che però per gli interessi dobbiamo restituire otto mele, speriamo di raccoglierne di più così diminuisce il debito").  Una Pubblica Amministrazione trasparente e accessibile dovrebbe essere in tal senso, non avere i dati (che vogliono far sapere loro...) a disposizione e poi ognuno faccia come meglio crede.
Tutta questa premessa per ribadire che per tagliare i costi della politica vorrei sapere quanto effettivamente mi costa. Ecco, ho l'impressione che per  ricavare questi dati precisi al centesimo, anche di un banale Comune, ci vogliano ore e ore (forse anche giorni) di paziente lavoro e ricerca, sempre che non si vada fuori di testa.
E' pacifico che se una cosa non serve, in tempi di crisi, si taglia. Se invece una cosa serve ma costa troppo, non solo in tempi di crisi, si eliminano i fronzoli, le spese inutili, in modo che quella cosa sempre funzionante alla stessa maniera  si possa averla lo stesso, a costi accessibili.
Quindi... Se le Province non servono, si eliminano. Ma allora eliminiamo tutte le Province, senza mettere criteri o paletti (che siano essi seri o fantasiosi ) perchè tanto non servono.  Poi resta da stabilire a chi dare le funzioni normalmente attribuite alle Province, dove dislocare il personale attualmente in carico alle Province... Siamo sicuri che alla fine della storia si vada a risparmiare (non solo in termini di soldoni, ma anche in qualità di servizio, in rispondenza puntuale e veloce alle esigenze del territorio, esuberi da sistemare, ecc ecc). Senza contare quello che dovrebbe significare andare a toccare province di fresca costituzione come una certa BAT (Barletta Andria Trani). Se costano e non servono, perchè farne nuove?
Se invece le Province servono ma costano troppo, si cerca di tagliare quelle che rappresentano i costi inutili, si dovrebbe salvaguardare quelli che sono i servizi essenziali per la cittadinanza.  Stessa cosa vale per i Comuni. Dire che i Comuni sotto i mille abitanti costano troppo e quindi vanno eliminati, mi sembra guardare la pagliuzza anzichè la trave. Ridurre il numero dei nostri rappresentanti politici può essere una soluzione ma attenzione a non considerarla la panacea di tutti i mali.
Tanto per fare un esempio che circola in questi giorni: in tempi di crisi, dovrebbero essere eliminate tutte le agevolazioni riservati alla classe politica, in tutte le Istituzioni, (non solo il ristorante di cui è circolato il menù dappertutto sul Web) ma ridotti anche gli stipendi, le indennità e quant'altro.  Questo è il senso di responsabilità che si dovrebbe pretendere da quei stessi politici che con il cuore che grondano di sangue ci chiedono di avere.
Siamo in tempi di crisi? Ebbene, lo siamo tutti, nessuno escluso.
Mister B.  piange, ha il cuore che gronda sangue e si lamenta di essere indicato come "l'uomo delle tasse" proprio lui che da anni ha promesso di ridurle.  Bene, ora avrebbe l'opportunità di essere l'uomo che ha seriamente tentato di razionalizzare la cosa pubblica se solo non si abbandonasse a demagogie di partito, a intrighi di coalizione e a vampate di orgoglio.
Toccare le pensioni, ritoccare il sociale, effettuare visite di controllo per scoprire falsi disabili perchè sono i parassiti dello Stato come se alla fine per beccarne uno ci tagliamo almeno 5 punti del PIL, tagliare sulla cultura, sull'istruzione, sulla ricerca, può dare un sollievo ma dura poco...  Forse il bilancio statale ne trarrà un qualche vantaggio in termini matematici, resta da vedere se duraturo, ma l'Italia non se la spassa tanto bene perchè per ridurre il debito pubblico ingrandiamo gli altri...
Con il criterio che la politica è tutta un "magna magna", sviliamo quelli che fanno politica davvero, con sacrificio, abnegazione, dedizione alla causa pubblica ed alla gestione del bene pubblico. Perchè a Roma sembra si spendano miliardi per un niente, non significa che in un Comune entro i mille abitanti accada la stessa cosa. Magari ci ritroviamo con il sindaco ed il consiglio comunale che va al municipio in bicicletta sotto il sole e sotto la pioggia, di estate e di inverno, perchè il loro magro bilancio non permette di goderci e lucrarci sopra ma nonostante questo producono molto di più grazie all'inventiva, alla collaborazione, al sacrificio. Cosa vogliamo fare? Togliamoli che costano? Mi scappa da ridere.
Così, prendendo due punti a caso, credo di aver spiegato perchè per me è una manovra di retromarcia. Non vorrei che per chetare la voce populista che grida allo scandalo (non solo Roma ladrona...) delle spese inutili, si faccia frettolosamente questa manovrina... C'è sempre stata la tendenza di fare tutta l'erba un fascio ma attenti perchè poi diventa difficile recuperare dove ce n'era realmente bisogno.
Speriamo bene...

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