Prima di sostenere, come spesso succede in questi casi, che la questione libica non ci interessa, vorrei solo evidenziare alcune cose su cui vale la pena di rifletterci sopra:

- Un dittatore che si vede minacciato dal suo stesso popolo non può che comportarsi diversamente da quello che sta facendo ora. Quindi per lui, ripeto per lui, sparare sulla folla o bombardarla dall’alto è solo questione di dettagli: è il risultato che conta. Non intendo giustificare questa truculenta azione, anzi la condanno completamente, ma quello che vorrei far capire è che la risposta di Gheddafi (come il suo comunicato video) era ampliamente scontata. A mio avviso la condanna del nostro Governo è ancora molto più tardiva di quello che sembra. Altrochè “non chiamarlo [il leader libico] per non disturbarlo!”
- Le dichiarazioni di Bossi in merito ad un eventuale esodo di libici (più o meno pilotato dal dittatore, non ha molta importanza) mostrano ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, come il problema rappresenti per lui un semplice disguido postale. Si smistano i pacchi ad altri: che ci vuole? A persone del suo rango (ce ne sono purtroppo tanti da quelle parti e non solo a destra…) cosa volete gliene freghi delle sofferenze, della totale privazione di diritti e di doveri, oltre che alla propria casa, dei sacrifici degli immigrati e dei rischi che corrono per la loro stessa incolumità? Anche in questo caso la reazione del Governo in merito al problema è parecchio tardiva… Basti pensare a cosa è successo a Lampedusa non più tardi della settimana scorsa: non ci voleva tanto ad immaginarsi un “aggravarsi” della situazione ed il conseguente effetto domino… Ebbene, come sempre, siamo molto preparati.
- Personalmente credo che la cosa più odiosa di tutta la storia sia essere consapevole di essere legati mani e piedi, economicamente parlando, con i destini ed i capricci di Gheddafi. Non si ha idea di quanti soldi il nostro “amico” Gheddafi ha nel suolo italiano. Non so se avete idea di cosa si provi ad sentirsi quotidianamente “ricattati”. Con questa ottica si spiegano tante cose: l’accoglienza riservata per più di una volta (perché la prima volta erano le prove, la seconda per ribadire il concetto e spero che non ce ne sia una terza…) al leader libico a Roma, la ritrosia del Governo ad intervenire con un comunicato in questa situazione…
- Il black out di 6 ore della Borsa Italiana che per motivi tecnici non meglio specificati proprio ora, con quello che sta succedendo in Libia, anche alla luce di quanto siamo legati con il petrolio libico, non poteva accadere nel momento più adatto. “A pensare male si fa peccato, ma almeno si sbaglia poco!”. Concordo con la disamina del presidente dell’Adusbef che si è pronunciato in merito e mi lascia perplessa la semplice richiesta di informazioni, molto formale, della Consob. Ovviamente di questo black out non vedremo la luce delle motivazioni reali che l’hanno comportato…
- Ultima, né per quantità né per importanza: dov’è l’opposizione?
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